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Digital Content Creator: il Codice Etico.

Poche semplici regole per i Digital Content Creator stilate da Instagramers Italia.

Qualsiasi buon Digital Content Creator segue, o dovrebbe seguire, poche semplici regole per lavorare col web in modo etico e professionale. Instagramers Italia ha raccolto nel suo Codice Etico una serie di norme utili a chi già lavora, o ha intenzione di farlo in futuro, come creatore di contenuti online ma anche, e soprattutto, alle aziende che sono in procinto di iniziare una collaborazione professionale con un consulente di web marketing. Pensato per Instagram, ma contiene principi adottabili in qualsiasi piattaforma digitale. Qui di seguito alcuni tra i contenuti principali.

Richieste del cliente e “preventive garanzie di successo”

La richiesta tipica del cliente medio è ‘voglio essere primo su Google’ oppure ‘voglio un milione di visualizzazioni/like per quella foto’ o ancora ‘voglio che quel post venga condiviso da trentamila persone’. A chi non è capitata una richiesta del genere? La buona riuscita di una campagna, la viralità di un contenuto o il buon esito di una strategia SEO, non può essere predefinita a tavolino. Solitamente è la prima cosa che specifico, senza giri di parole, nel primo incontro col potenziale cliente. È la base su cui costruire un rapporto professionale e di fiducia con la persona, o l’azienda, per cui si vuole iniziare a lavorare. Se poi l’eventuale cliente continua a pretendere certezze, beh allora meglio fargli ciao ciao con la manina!

Il Codice Etico sottolinea questo concetto sostenendo che il Digital Content Creatornell’espletamento dell’incarico opera sempre al meglio delle proprie capacità senza dare al cliente preventive garanzie di successo“.

La natura promozionale dei contenuti

Stop alle marchette libere! Da un po’ di tempo a questa parte qualsiasi creatore di contenuti che collabori con un’azienda a scopo promozionale, e quindi ricevendo un compenso, è tenuto a dichiarare la collaborazione in atto tramite l’inserimento di diciture quali ‘sponsored by’ e ‘in collaborazione con’ oppure con gli hastag #ad #advertising #sponsored. A tutela della concorrenza leale, e della distinguibilità dei contenuti pubblicitari per gli utenti, si sono espresse sia l’inglese Competition and Markets Authority che l’americana Federal Trade Commission. Di recente (24 luglio 2017)  anche il Garante della Concorrenza e dei Consumatori (l’Antitrust italiano) si è espresso contro la pubblicità occulta sui social contattando direttamente artisti e influecer. Al fine di evitare multe, gli hashtag chiave per il mercato italiano da specificare in caso di promozione: sponsorizzazione, spot, pubblicità, inserzioneapagamento, advertising, prodottofornitoda.

Accordi e Compensi

Ovviamente accordi e compensi variano a seconda della situazione. Se per completare un sito, ad esempio, è previsto un servizio fotografico di un fotografo professionista, è normale che i costi siano più alti rispetto a quattro foto scattate col cellulare. Capire, e far capire, che non esistono pacchetti standard, offerte da supermercato un tanto al chilo, è il primo passo da compiere per un rapporto professionale e duraturo.

In questo articolo mi sono focalizzato soltanto su quei punti che ritengo più importanti. Dai direttamente un’occhiata al Codice Etico per una visione completa e generale.

 

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